A Proposito Di Una Vocazione “Neoparmenidea” Del Pensiero Italiano Contemporaneo

A Proposito Di Una Vocazione “Neoparmenidea” Del Pensiero Italiano Contemporaneo

di Mauro Visentin    >

 

CON IL TERMINE “NEOPARMENIDISMO” si intende di solito, da una trentina d’anni a questa parte (ossia da quando – con l’uscita de Gli abitatori del tempo, prima, e di Destino della necessità, subito dopo – il suo nome è entrato prepotentemente nelle “cronache della filosofia italiana contemporanea”, per dirla con Garin, il pensiero di Emanuele Severino. Una attribuzione di questo genere sarebbe assolutamente corretta di fronte a una “lettura” di Parmenide come quella prospettata da Luigi Ruggiu nel libro sul filosofo di Elea da lui pubblicato nel 1975 e recentemente riedito. Non lo sarebbe, invece, affatto, se di Parmenide e del suo pensiero si fosse orientati a riproporre l’interpretazione “tradizionale”, quella cioè che risale all’epoca della filosofia greca classica, che lo stesso Severino ha più volte mostrato di condividere

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