Spettacolo, immagine, realtà: Debord e Baudrillard di Gianluca Miligi ‘Spettacolo’…
NICCOLÒ PARISE, Verticalità, processualità e perfectum. Intorno a Emanuele Severino, Storia, Gioia
In Storia, Gioia, suo ultimo libro pubblicato per i tipi di Adelphi nella prestigiosa «Biblioteca filosofica», Emanuele Severino ritorna su alcune tematiche che stanno al centro della sua riflessione da ormai diverso tempo, per lo meno a partire da Ritornare a Parmenide (1964), il cui incipitrecita: «La storia della filosofia occidentale è la vicenda dell’alterazione e quindi della dimenticanza del senso dell’essere». Oltre all’attenzione per quella che si potrebbe chiamare la sua «storia filosofica dell’Occidente» – attenzione sempre più presente nel discorso severiniano a partire soprattutto da Gli abitatori del tempo(1978)–, in questo nuovo libro il filosofo tenta anche di compiere, come lui è solito dire, «alcuni passi avanti» (p. 12) al lungo percorso che lo ha portato alla delineazione di un peculiare sistema filosofico, che con una qualche approssimazione può esser fatto iniziare con La struttura originaria(1958) e che ha, nel recente Dike(2015), il suo ultimo sviluppo sistematico.
Senza anticipare qui quanto si esporrà successivamente, può essere tuttavia utile sin da queste prime battute indicare il significato del primo dei due termini che compongono il titolo del libro, che è, paradossalmente, quello meno esplicito nel lessico severiniano.
L’intero saggio in pdf.