I diritti umani oggi

Antonio Cassese, I diritti umani oggi Antonio Cassese, I diritti umani oggi
Laterza, Roma-Bari, 2005

Cassese e la lenta marcia dei diritti umani
di Gianfranco Cordì

Antonio Cassese, in questo suo I diritti umani oggi (Roma-Bari, Laterza, 2005), propone una soluzione, indica una via fornendo «qualche punto di riferimento essenziale, più che un’esposizione sistematica ed esauriente» riguardo la «problematica dei diritti umani».
I 13 saggi che compongono il volume sviluppano, dunque, una rete argomentativa che parte dalla definizione stessa dei diritti umani, rapporta tale definizione alla concreta realtà attuale ed, infine, indica dei criteri operativi alla luce dei quali intervenire per raggiungere quella universalità che, se pure risulta vero che «è, per ora, un mito», risulta altresì come l’oggetto di una «lenta marcia» a partire da quel 10 dicembre del 1948 allorquando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò il Testo Finale della «Dichiarazione universale dei diritti umani». Cassese fa risalire «l’essenza» della nozione di diritti umani al «concetto di dignità della persona». Il quale, ci dice, fu formulato «meglio di tutti» da Immanuel Kant: «nel regno dei fini, tutto ha un prezzo o una dignità. Ciò che ha un prezzo può essere sostituito con qualcosa d’altro a titolo equivalente; al contrario, ciò che è superiore a quel prezzo e che non ammette equivalente, è ciò che ha una dignità» (Fondazione della metafisica dei costumi, 1785). A livello giuridico, l’ingresso dei diritti umani nella normativa internazionale «ha favorito l’emergere […] dell’individuo, all’interno di uno spazio prima riservato esclusivamente agli Stati sovrani».
Venendo ad oggi, accade che «la dignità umana […] è ogni giorno fatta a pezzi, e ogni giorno occorrer sostenere con forza che va invece rispettata, anche nelle più minute manifestazioni dell’esercizio del potere». Per cui alla «rete di protezione internazionale dei diritti dell’uomo» che, a giudizio di Cassese, oggi appare stabilmente fondata, si devono andare a sovrapporre dei «meccanismi di garanzia istituiti a livello universale». Ovvero si deve «accompagnare» il progresso che è stato fatto «sul piano normativo» ad «un uguale progresso sul piano dell’effettività». Questo è il senso della proposta teorica contenuta nel volume di Cassese. La via indicata è, a questo punto, triplice.
In primo luogo sono essenziali: «la presenza e l’azione incisiva di esponenti della società civile internazionale, oggi raccolti in numerose Organizzazioni internazionali non governative (ONG)». In secondo luogo: «non basta reagire ex post, dopo che i massacri sono avvenuti. Occorre creare dei meccanismi preventivi o capaci di bloccare sul nascere stermini di massa». Ed in terzo luogo: «è ormai tempo che la comunità internazionale individui qualche via per legittimare gli interventi internazionali volti a fermare la commissione di atrocità».
Tutto questo, sia detto in maniera assolutamente non incidentale, nella convinzione di fondo - la quale muove tutto il libro di Cassese - che la lotta per i diritti umani «non può essere intrapresa che da noi tutti».