L’uomo e’ l’unico animale che sa di essere mortale

[SPECIALE]

EREMO BODEI

Remo Bodei professore di Filosofia presso la University of California (Los Angeles). Attraverso la ricostruzione storica e teorica delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato di questioni estetiche, di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. Attualmente i suoi studi si concentrano intorno al discorso delle passioni, delle forme della memoria e dell’identità individuale e collettiva. Tra i suoi libri: Ordo amoris (Bologna 1991); Geometria delle passioni (Milano 1991); Il noi diviso (Torino 1998); Le logiche del delirio (Roma-Bari 2000); Destini personali (Milano 2002); Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Bologna 2005); Piramidi di tempo. Storie e teorie del «déjà vu» (Bologna 2006).
È componente del Comitato Scientifico della Fondazione Collegio San Carlo.

In ricordo di Jacques  Derrida

REMO BODEI

«L’UOMO E’ L’UNICO ANIMALE CHE SA DI ESSERE MORTALE»

a cura di Gianfranco Cordì

Siamo alla Conferenza Stampa di Presentazione di questa Sesta Edizione del «Festivalfilosofia» (2006) che si tiene nelle tre sedi di Modena, Carpi e Sassuolo. La Sala Stampa della «Fondazione Collegio San Carlo» di Modena è piena di giornalisti. Remo Bodei comincia a parlare dei temi del Festival, che ha scelto come argomento di quest’anno l’umanità.

Remo Bodei: «Ogni anno noi scegliamo un argomento abbastanza vasto. Quest’anno il nostro intento è quello di riflettere su ciò che è del tutto inevitabile nella nostra esistenza culturale. E cioè: la nostra stessa umanità. Un proverbio cinese afferma “Sotto un faro non vi è luce”. Noi non riusciamo a pensare noi stessi. Il direttore scientifico del Festival della Letteratura di Mantova ha affermato proprio in questi giorni che dall’anno prossimo Mantova cambierà la sua formula. Il modello del “Festivalfilosofia” invece noi lo consideriamo come una specie di Lego. In realtà noi cambiamo ogni anno.
Quest’anno le Lezioni Magistrali saranno divise in sei blocchi tematici. Il primo blocco comprenderà quelle Lezioni che tratteranno dell’uomo in quanto specie biologica. Con le biotecnologie (è questo il dato da cui siamo partiti) si realizzerà una vera e propria manipolazione dell’umanità. Noi stiamo andando verso un uomo che potrà essere costruito preventivamente introducendo alcune variabili che lo cambieranno.
Il secondo blocco è incentrato sul rapporto uomo-animale. Una recente ricerca ha stabilito che solo il 10% del nostro corpo è umano, il resto è fatto da batteri, virus e forme microbiologiche senza le quali nessun essere umano potrebbe vivere.
Il terzo blocco è costituito dalle variazioni - sia biologiche sia culturali - e dalle costanti presenti nella condizione umana. È il tema che io stesso affronterò nel corso della mia Lezione Magistrale. L’uomo è l’unico animale che sa di essere mortale. Per questo esso adotta delle strategie per andare al di là dell’umano. Una di queste strategie è, per esempio, la religione. Pico della Mirandola diceva che l’uomo è un essere doppio: simile agli angeli e a Dio da una parte ma anche capace di cadere giù in basso sino ad abissi inimmaginabili. In Occidente è nata l’idea di Redenzione: Il delinquente, colui che è imbestialito, può rigenerarsi.
Agli inizi dell'Ottocento (con Jeremy Bentham ad esempio) ancora l’idea della Redenzione del delinquente non esiste. Victor Hugo oppure il romanzo Resurrezione di Dostoevskij riprendono la grande tradizione del Cristianesimo. Tutti i fondatori del cristianesimo - Paolo e Pietro in primis - sono in realtà dei pentiti. Quindi il Cristianesimo non fa che rivolgersi, da questo punto di vista, a colui che è caduto. Ma la nostra stessa caduta è composta da due elementi: l’idea di caduta e quella di Resurrezione.
Il quarto blocco è dato dal rapporto uomo-tecnica. La tecnica oggi modifica l’uomo (con le protesi ad esempio o per mezzo di oggetti d’uso: martelli, aratri, automobili). Tutti questi elementi costituiscono dei prolungamenti del corpo umano. Io sono contrario alla tesi che la tecnica modifica l’uomo. Dico solo che è vero che le api costruiscono degli esagoni perfetti ma l’uomo rimane pur sempre un animale tecnico.
Il quinto blocco è costituito dalla questione della cultura. L’Homo Sapiens è un uomo che vive isolato. Gli aborigeni abitano l’Australia da 40.000 anni. Noi tutti siamo originari del centro dell’Africa. Oggi noi invece ci incontriamo (non siamo più isolati) dopo millenni di isolamento. La questione è quella dunque di come riuscire a convivere con una miriade di culture che oramai non sono più lontane. Perché il mondo oggi è stretto nella morsa razzismo/xenofobia da una parte e accoglienza indiscriminata dall’altra.
Il sesto blocco è dato dalla questione dei diritti umani. Noi possediamo una concezione molto ristretta di diritti. I diritti umani invece sono quelli inalienabili, quelli che non possono essere ceduti a nessun altro. Al posto del multiculturalismo io propongo un modello che mi piace chiamare della corda. Cioè quello che si propone di intrecciare queste culture fra di loro. Di avvolgere tutti i fili dispersi in una corda, ovvero in un identità collettiva multipla. Lo stesso Platone definiva la filosofia “l’arte del tessitore”».


Alla conclusione della sua Presentazione, cogliamo l’occasione per porre un paio di domande a Remo Bodei:

Professor Bodei, vorrei sapere sei Lei condivide l’idea espressa da Francis Fukuyama in La fine della storia e l’ultimo uomo a proposito dell’umanità? Dopo il 1989 l’umanità non ha più una storia?
Io diffido di Francis Fukuyama. Questa sua idea è una bufala. Fukuyama profetizzò la fine della storia sulla base di una riflessione teorica che gli è stata ispirata dalla lotta servo-padrone descritta da Hegel nella Fenomenologia dello spirito. Fukuyama dice: una volta che è finita l’Unione Sovietica e che nel mondo ha trionfato il liberalismo sarebbero del tutto terminate le lotte servo-padrone. Ma Fukuyama, oggi, è uno degli ispiratori del movimento americano dei Neocon. Però il fatto che il comunismo è stato eliminato non ha eliminato per niente le lotte. Sono tornati il nazionalsocialismo, le religioni, le guerre interetniche...

L’ “ultimo uomo” sarà proprio quello di cui parla da Fukuyama?
La rivista «Lancet» ha preconizzato recentemente che in futuro saremo tutti pluritrapiantati. Esisterà in futuro una specie di body shop dove ognuno entra e può cambiare il proprio fegato. Ed inoltre noi saremo tutti pieni di protesi. E ci si inietterà l’insulina sotto pelle. Verso un mondo simile certamente stiamo andando! Oggi stesso tutti noi viviamo già quasi 80 anni. E, certamente, con gli organi e le protesi che noi Occidentali avremo a disposizione, saremo ancora più favoriti rispetto a tutti gli altri popoli della Terra. Per cui il post-umano di cui parla Fukuyama è condivisibile… Le biotecnologie stanno producendo davvero molti cambiamenti. Esse potrebbero riuscire a produrre anche quelli predetti da Fukuyama.


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