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La storia di Anna O.: psicanalisi dell'isteria

Le vicende di Bertha Pappenheim, nel racconto di Lucy Freeman, "La Storia di Anna O.”. Tra luci e ombre emerge una differente verità: non fu guarigione e l’inconscio diventò inconoscibile (con una premessa dello psichiatra Massimo Fagioli).

Pubblicato da L’Asino d’oro, per la prima volta in Italia in una nuova edizione integrale, il libro di Lucy Freeman narra le vicende di Bertha Pappenheim, da quando, ventenne aristocratica ebrea viennese, nel 1880, fu sottoposta ad ipnosi da parte del dottor Joseph Breuer, diventando la protagonista del più famoso caso di isteria trattato mediante la cosiddetta “cura con le parole”. Fino alla sua morte, settantenne, a Francoforte dopo una vita tormentata, interamente dedicata da femminista e benefattrice all’assistenza di bambini orfani e ragazze madri.
Con una prefazione di Massimo Fagioli, lo psichiatra dell’Analisi collettiva, il quale propone da tempo una lettura critica della storia di Anna O. e il rifiuto di Freud che porrebbe il caso a fondamento della psicoanalisi, il libro, opera dal taglio narrativo ma anche affresco culturale di un’epoca, propone una investigazione degna di un giallo.
Fagioli che, giovane medico, dirigeva negli anni ’60 nel sanatorio Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, in Svizzera, una comunità terapeutica, fu ospitato proprio nel lussuoso appartamento in cui Anna O. era stata ricoverata ottant’anni prima per una grave malattia mentale, dopo la “cura” con l’ipnosi di Breuer.
Quanto emerge dall’indagine di Lucy Freeman, tra luci e ombre, è infatti una differente verità.
Il caso emblematico del “trattamento catartico” di Anna O., del quale Freud si appropria descrivendone poi con Breuer in “Studi sull’isteria” le dinamiche cliniche, rivela retroscena di diverso segno.
“Nella storia dell’ipnosi di Breuer e Anna O., che è l’origine della psicoanalisi che si vanta di essere ricerca sull’inconscio… inconoscibile”, afferma Fagioli, in realtà, “c’è l’impotenza a dinamizzare e comprendere il rapporto uomo-donna”.
Dopo la fuga dal capezzale della donna da parte di Breuer, il quale sosteneva di aver visto regredire nella paziente allucinazioni, paralisi agli arti e tentativi di suicidio, salvo poi attestarne un peggioramento dello stato psichico, Anna O. finirà in sanatorio e diventerà morfinomane.
Un periodo di sei anni, dal momento in cui Breuer interrompe il trattamento e non vorrà più occuparsi di pazienti isteriche, separa la ricomparsa sulla ribalta della storia di Bertha, nelle vesti di paladina delle donne vittime della perversione degli uomini, la quale stende un velo impenetrabile su quell’epoca della sua vita.
La storia avventurosa di una donna, Bertha Pappenheim, che non verrà mai vista assieme a un uomo e che si sottrarrà ad ogni occasione di incontro con il diverso da sé, attraversa l’Europa intera nei decenni tra la prima guerra mondiale fino all’avvento del nazismo.
E grazie all’opera di Lucy Freeman, getta luce su drammatici eventi dell’epoca trascorsa, dalla “tratta delle bianche” ai pogrom contro le comunità ebraiche, spesso dimenticati.

 

Leggi:

 Premessa di Massimo Fagioli 

 Un estratto dal volume "L'ulitma seduta"

 

 

 

 

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