Morte e potere_Presentazione del libro e dell'autore

Louis-Vincent Thomas (1922-1994), Morte e potere

 


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Introduzione - La morte, oggetto di studio antropologico

 

Louis-Vincent Thomas (1922-1994), Morte e potere
Edizioni Lindau, Torino, 2006
traduzione dal francese di Gianluca Perrini

«Louis-Vincent Thomas affronta in modo diretto il tema della morte nella nostra società, qui e ora: la morte e gli usi sociali a essa legati, la morte subita o provocata, la morte esibita o nascosta, la manipolazione della morte, la morte nella vita quotidiana o negli ospedali, la morte e il disagio sociale, la morte e la politica, la medicina, la giustizia. La morte dappertutto, anche se non se ne parla «benché essa si mostri ovunque e in mille forme diverse», come sottolineava già Jacques Bossuet. Thomas tratta anche del potere della morte, che è angoscia, orrore, strumento di ricatto o di evasione, ed è perciò all’origine di ogni potere e di ogni forma di vita sociale.» Jean-Didier Urbain

L'autore è un antropologo brillante e fecondo, è considerato il fondatore della «tanatologia». È probabilmente il maggiore studioso della morte nella sua dimensione socio-culturale e nei suoi rapporti con il potere.
Questo è il suo saggio più importante, una lettura indispensabile per chiunque, storico, antropologo, sociologo, studioso del costume, voglia approfondire il significato e il ruolo della morte e dei riti che l’accompagnano nella società.
Dopo aver scritto, nel 1975, la monumentale Anthropologie de la mort, (Antropologia della Morte, Garzanti, 1976), Thomas proseguì approfondendo in particolare i suoi rapporti con il potere. Il potere della morte, che si impone come un’implacabile necessità, ma anche il potere sulla morte, nella folle speranza di poterla allontanare o di cancellarne l’orrore. E il potere attraverso la morte, inseparabile dall’esercizio diretto o indiretto del potere, quello stesso potere che può dare l’illusione dell’immortalità.

Questo saggio, uno studio “classico”, tradotto in tutto il mondo, è articolato in sei capitoli dai titoli rivelatori: «Il potere della morte»; «La strategia del potere e della morte»; «La gestione del processo di morte»; «La gestione del cadavere»; «Il ricatto basato sulla morte»; «Il ricatto basato sulla vita», e si apre con un’epigrafe di L. F. Céline, omaggio a Zola: «Quando osserviamo di quali pregiudizi ammuffiti, di quali marce sciocchezze è capace di nutrirsi il fanatismo assoluto di milioni di individui considerati evoluti, educati nelle migliori scuole d’Europa, siamo senz’altro autorizzati a domandarci se nell’Uomo e nelle società che egli crea l’istinto di morte non prevalga invariabilmente sull’istinto di vita. Tedeschi, Francesi, Cinesi, Valacchi, Dittatori o meno: nient’altro che pretesti per giocare alla morte!»

Louis-Vincent Thomas (1922-1994)

Louis-Vincent Thomas, di nazionalità francese, nasce nel 1922 a Dakar (Senegal). Inizia la sua carriera insegnando filosofia al liceo di Dakar, poi sociologia alla facoltà di Lettere e Scienze Umane dell’università del luogo. Si era laureato alla Sorbona, con una tesi sui Diola del Senegal. Poi insegna Sociologia e Antropologia all’Università René-Descartes (Paris V, Sorbona) fino al 1988, occupandosi di temi come l’immaginario, l’antropologia delle ossessioni e del quotidiano, ma soprattutto la morte. LVT è stato il primo studioso di Scienze Umane ad aver compreso, ricostruito e descritto le molteplici configurazioni della morte nell’età moderna. Ha ricoperto numerosi importanti incarichi scientifici, in particolare presso la Société française de Thanatologie, l’Associazione per il diritto a morire con dignità, l’Associazione Internazionale per lo studio degli stati di pre-morte.
Anche in campo sociale si è impegnato su vari fronti: contro le dittature, il razzismo, la guerra, le violazioni dei diritti umani. Infine LVT ha pubblicato, nell’arco di 30 anni, 25 monografie scritte da solo o sotto la sua guida, senza contare le innumerevoli prefazioni ad altre opere e gli articoli su periodici, tradotti in varie lingue.

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