La metafisica del terzo millennio

AA.VV., La metafisica del terzo millennio,
a cura di David G. Murray, pref. Cardinale Camillo Ruini
Armando Editore, Roma, 2001

di Luis Sánchez Francisco

Il libro - diviso in tre sezioni - raccoglie alcuni dei saggi che sono stati presentati durante il Congresso di "Metafisica verso il terzo millennio", tenutosi a Roma nel settembre 2000.
La prima sezione, intitolata Il contesto contemporaneo della riflessione metafisica, è un Resoconto dopo il naufragio postmoderno, che individua soprattutto ciò che "resta" della "filosofia prima" dopo le diatribe antimetafisiche degli ultimi secoli e, in particolare, l'insorgere del nichilismo filosofico. Gli autori cercano di individuare gli elementi "minimi" che possano sopravvivere ad ogni assalto critico.
Per Enrico Berti (Quale metafisica per il terzo millennio?) la metafisica ha la possibilità di riprendersi e di svilupparsi, a condizione che si essenzializzi. La metafisica del futuro dovrà essere una metafisica epistemologicamente debole, cioè povera di contenuto conoscitivo, ma proprio per questo logicamente forte, cioè difficile da confutare.
Vittorio Possenti (Il futuro della metafisica e la filosofia dell'essere) rivisita la tradizionale filosofia dell'essere e difende l'importanza dell'intuizione intellettuale, nella tradizione mantenuta viva in Bergson, Maritain o Husserl. Il futuro della metafisica è ubicato per Possenti nella filosofia dell'essere, che è la filosofia dell'Aquinate, che pur evidenziando numerosi contatti con il platonismo e l'aristotelismo, non può venire considerata semplice effetto o mera sintesi di Platone e Aristotele.
Jesús Conill (Ermeneutica e Metafisica) apprezzando i contributi di Ortega e Zubiri, sottolinea la necessità, di fronte alla "razionalizzazione scientista", di approfondire il "senso dell'esistenza" e di "recuperare la riflessione trascendentale". Sia la filosofia d'Ortega, sia quella di Heidegger e Gadamer, con le loro rispettive modalità ermeneutiche (della vita e del Dasein), vanno verso la via esperienziale come forma più "originaria" del pensare (oltre l'epistemologismo).
Nel suo percorso per le diverse "morti" avvenute nel pensiero moderno Kenneth L. Schmitz (La morte di Dio e la rinascita dell'uomo) osserva tre fasi. Nel periodo illuminista si è dato il morire dell'umanesimo classico che ebbe origini precristiane e trasformazioni sotto gli auspici cristiani nel Medio Evo; è la morte dell'uomo metafisico. Nietzsche rappresenta la seconda fase, che porterà alla morte dell'uomo razionale. Dio doveva morire per liberare l'uomo dall'ordine morale. Ma questa distruzione dell'ordine morale ha fatto sì che qualcos'altro morisse insieme a Dio: la ragione. L'uomo, insieme a Dio, patisce una terza "morte", perché la ragione rinuncia al suo diritto di indagare sulle più profonde questioni del destino umano e diventa, in maniera crescente, una ragione tecnica. La struttura trascendentale dell'essere offre elementi per riuscire a passare attraverso il mare della morte.
Nella seconda sezione, Ragione e rivelazione: ricerca della complementarità, sono "esplorati i rapporti fra ragione metafisica e rivelazione cristiana, le quali, pur nel presupposto di una netta distinzione fra i due àmbiti, devono interagire - secondo l'orientamento di ricerca proposta dalla Fides et ratio - all'interno di una dinamica dove la riflessione metodica si realizzi in sintonia con l'apertura antropologica alla trascendenza e la rivelazione possa presentarsi a complemento soprannaturale di ogni domanda o attesa della ragione umana" (David G. Murray, Introduzione).
Giuseppe Lorizio (Sapere della fede e figure metafisiche), partendo da W. Pannenberg, Lorizio individua tre figure possibili e feconde per un rinnovamento della metafisica a partire dalla teologia: 1) nella "ontologia della dedizione" va situato il metodo fenomenologico, punto di partenza dell'itinerario. Il passaggio dal versante fenomenologico a quello teologico-fondamentale sta nella "gratuità" dell'ente; 2) la "ontologia trinitaria" relazionata al sapere della fede resta ancora promessa da svolgere, nonostante l'impresa realizzata da Rosmini per l'Ottocento, e la fatica speculativa della Stein per il Novecento; 3) la "metafisica della carità" è il punto dell'accoglienza speculativa - punto d'inizio e di conclusione - perché "la verità senza carità non è Dio" (Pascal).
Per Emmanuel Tourpe (Genesi e significato attuale di un'ontologia trinitaria) una ontologia trinitaria è oggi possibile. L'esigenza di pensare la differenza richiede che l'immagine di Dio venga presentata non più come pura identità, ma come unità in se stessa differenziata. Egli sintetizza i modelli contemporanei di ontologia trinitaria, e propone una nuova valutazione della teosofia di J. Boehme, che lasciò la sua traccia in Baader, Schelling e Solov'ev. La chiave per comprendere la filosofia religiosa di Baader - visto come "il filosofo del futuro" - è il tema dell'amore che percorre tutti i suoi lavori.
José Maria Lopez Sevillano (Le chiavi del pensiero metafisico di Fernando Rielo) ci introduce nel pensiero del metafisico contemporaneo Fernando Rielo, riassumendo la sua critica radicale allo "pseudoprincipio di identità" e tracciando alcune linee centrali del contributo rieliano nella "concezione genetica del principio di relazione". Tre sono gli strumenti metodici indispensabili: la rottura dell'identità, già indicata, l'elevazione ad assoluto della relazione e il superamento del campo fenomenologico. L'affermazione di un nuovo oggetto, "l'essere +" o "concezione genetica del principio di relazione", rende possibile una rivoluzione copernicana per l'elaborazione di un nuovo discorso razionale intorno all'assoluto.
La terza sezione si intitola Libertà, metafisica e mistica: atto umano e atto assoluto. Per Bernardo De Angelis (Metafisica e Libertà) il riconoscimento del primato o dell'intelletto o della volontà, in quanto derivante dall'assolutizzazione di una nozione, conduce alla negazione della libertà umana. De Angelis propone un discorso sulla libertà nella relazione-distinzione di due piani inconfusi, seppure uniti e inseparabili: il livello metafisico (o teologico, come avrebbero detto i Padri) e quello propriamente ontologico (cioè degli enti). Persona è infatti una nozione relazionale, così come libertà.
Georges Cottier (Metafisica e Mistica) insistendo sulla differenza fra l'esercizio della razionalità che caratterizza la metafisica e l'esperienza mistica di origine soprannaturale, tuttavia riconosce con Maritain che "uno slancio mistico anima ogni grande filosofia".
Juan Manuel Morilla Delgado (L'esperienza mistica e la metafisica di Cristo) commenta alcune difficoltà apparse nella storia che hanno ostacolato l'inquadratura metafisica, teologica e antropologica dell'esperienza mistica, ma osserva, facendo riferimento anche al pensiero rieliano, che Cristo stesso, in quanto fondamento ultimo, assieme al Padre e allo Spirito Santo, della realtà umana, fornisce le chiavi di una vera metafisica secondo la quale la persona trova la propria definizione

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