Hermes.net

Domenico Losurdo

 

Il libro di Domenico Losurdo ha suscitato un acceso dibattito sulla stampa ed è già un caso editoriale. Filosofia.it vi propone un resoconto completo degli articoli che si sono occupati del volume.


Torna all'indice degli articoli

 

 

 

 

Il 26 marzo del 2003 ha avuto luogo la presentazione del libro di Losurdo Nietzsche, il ribelle aristocratico presso la Casa della Cultura di Milano. Sono intervenuti Maurizio Ferraris, Angelo Bolaffi e Domenico Losurdo. Il sito “Hermesnet” ha sintetizzato la trascrizione di questi tre interventi.


Intervento di Domenico Losurdo
a cura di Hermes.net

Il filo conduttore del libro - Nietzsche come totus politicus - può essere scandaloso, ma immaginiamoci la situazione di uno studente di un dipartimento di filosofia: a lezione sentirà descrivere Nietzsche come un impolitico o come un teorico dell’emancipazione, però, se frequentasse un dipartimento di storia, l'interpretazione cambierebbe radicalmente. Mayer, per esempio, collega in modo preciso Nietzsche alla reazione aristocratica. Prendiamo anche Nolte, capofila del revisionismo storico: la sua lettura da un lato confronta nazismo e comunismo, dall'altro vede lo scontro tra i marxisti e Nietzsche. Passando ad un'aula di sociologia sicuramente il nostro studente non sentirebbe parlare di un Nietzsche impolitico, ma eventualmente aristocratico. Pareto stesso ha anticipato l'interpretazione di Nolte. Per gli storici e i sociologi del più diverso orientamento, il carattere politico di Nietzsche è fuori discussione.
Gli ermeneuti dell'innocenza, invece, incolpano Elisabeth perché avrebbe adattato la filosofia del fratello al nazismo: tutto questo sarebbe avvenuto ben tre decenni prima che il nazismo stesso si realizzasse storicamente. Oppure gli ermeneuti dell’innocenza mettono tutto in conto a Lukács e questo è totalmente assurdo: nel libro sono citate le biografie di Hitler, dalle quali risulta chiara l'influenza di Nietzsche. Perché dovremmo stupirci di Nietzsche come politico? La carriera filosofica di Nietzsche inizia quando è volontario nella guerra franco-prussiana e termina con l'ipotesi di un colpo di stato. E' una perdita di tempo continuare a sostenere che Nietzsche è impolitico. Insistere sull'impoliticità di Nietzsche può essere la conferma e non la confutazione. Per Fest l'impoliticità è il morbo del nazismo. E’ Hitler stesso ad agitare la bandiera dell'impoliticità definendosi di preferenza un artista.
Quale può essere il pensiero politico di Nietzsche? Occorre una distinzione tra carattere politico del discorso e progetto politico. Per Nietzsche non c'è un territorio neutro rispetto alla politica. Quando, ad esempio, Nietzsche esamina il sillogismo, la sua critica è rivolta alla comune ragione che compara plebei ed aristocratici. Anche la lettura che fa del cristianesimo e dei profeti ebraici è tutta politica. Non c'è settore che non è investigato politicamente: l'idea di uguaglianza viene scoperta da Nietzsche anche nel discorso della fisica e della scienza. Per questo Nietzsche è più politico di Marx. Il progetto politico che può emergere da questo discorso fa cambiare il quadro. Tutti i teorici della Restaurazione pensavano di tornare indietro, ad un tempo precedente alla crisi della modernità, ma è chiaro che non fu possibile attuare il ritorno ad un'organizzazione sociale di divisione dei ceti. Questo significa che sussiste un’enorme differenza tra il dire (carattere politico del discorso) e il fare (progetto politico): se questo vale per i teorici della Restaurazione, vale anche per Nietzsche e per Heidegger (la sua è un'utopia reazionaria che lo fa aderire al nazismo, ma dopo avrà una forte delusione proprio perché il progetto politico del nazismo non era all'altezza del suo discorso politico).
Non si può stabilire un parallelismo tra Nietzsche e gli stermini delle SS, perché tra la vita cosciente di Nietzsche e il nazismo c'è la distanza di un'intera epoca storica. Il 1900 vede la spedizione delle grandi potenze contro la Cina (rivolta dei Boxer) che fa prefigurare il sogno di una pace perpetua: all'orizzonte non c'è quindi né il nazismo né lo scontro che avverrà tra le grandi potenze. Anche per comprendere la teorizzazione della schiavitù, occorre rifarsi al contesto storico di Nietzsche: l'annientamento delle razze decadenti era una pratica messa in atto in quegli anni dagli Stati Uniti contro i pellerossa che vennero cancellati dalla faccia della terra. Quelle pratiche erano affiancate dalle teorie liberali. Questo è il contesto, la storia che ha alle spalle Nietzsche. In Nietzsche troviamo la teorizzazione della schiavitù come fondamento della società, ma in quegli anni si combatte la guerra di secessione. La vita di Nietzsche termina quando viene debellata la schiavitù in Brasile. Quando Nietzsche insiste sulla schiavitù, riprende la tradizione classica: gli schiavi come strumenti di lavoro. Nietzsche l'ha desunta da Aristotele? E' sufficiente guardare indietro agli autori a lui contemporanei che considerano i lavoratori salariati come macchine bipedi. Quando Nietzsche teorizza l'annientamento delle razze decadenti, Tocqueville parla dell'America come "culla vuota" che attende un grande popolo dall'Europa; Locke per un verso è il critico dell'assolutismo monarchico, ma per l'altro è il sostenitore della tratta degli schiavi. La conclusione è semplice: Nietzsche è il punto d'approdo di una tradizione occidentale nell'ambito della quale alla teorizzazione della libertà corrispondono intere aree di esclusione da questa libertà. Quando scoppiano le guerre dell'oppio, queste vengono interpretate da Marx come la conferma dei processi terribili che caratterizzano il capitalismo, mentre sia per Mill che per Tocqueville rappresentano un momento grandioso della mobilità dell'occidente. Non vanno messi sullo stesso piano politico Locke e Nietzsche, perché una cosa è affermare la schiavitù alla fine del 1600 e altra cosa è rivendicare quell'istituto quasi due secoli dopo. Solo contestualizzando storicamente Nietzsche, è possibile ricavarne spunti anche per la nostra attualità.

SocialTwist Tell-a-Friend
Feed Filosofia.it

Cerca tra le risorse

AUDIO



Focus

  • Laicità e filosofia Laicità e filosofia
    Che cosa significa essere laici nel nostro Paese, dove forte è l'influenza politica della Chiesa? Grandi personalità del pensiero e della cultura riflettono, per la prima volta insieme, su questa questione...
    vai alla pagina
  • 1
  • 2

_______________________________________________________________________________________________________________________________________________
www.filosofia.it - reg. ISSN 1722 -9782  Tutti i diritti riservati © 2016